"Io, venditore di elefanti. Una vita per forza fra Dakar, Parigi e Milano" di Pap Khouma, con Oreste Pivetta

"Tanti si sono ritrovati lungo la stessa discesa. Lui è scivolato fino in fondo. Altri scivolano un poco, poi si aggrappano, si fermano, scivolano ancora, magari risalgono, lottano però e riescono a non precipitare."

Quando non sappiamo capire una sensazione, ci affidiamo al vocabolario: la parola scritta in un certo senso ci rende capaci di comprendere, di sentire ciò che un attimo prima ci era ignoto. Alla voce "bisogno", scopriamo allora che questo termine rimanda alla mancanza di qualcosa. È un vocabolo, quindi, che dietro di sé prefigura il vuoto, l'assenza: non indica, non rappresenta, bensì evoca.
Erri De Luca lo descrive come un "sogno doppio", ossia uno slancio, la forza della necessità che implica un sacrificio, in nome di un desiderio. La storia di Pap Khouma inizia da qui, con una partenza silenziosa, che si ripara dal fallimento omettendo ogni annuncio. È il 1984, altre strade conducono all'orizzonte, il mediterraneo non è ancora il sepolcro di questo nostro tempo infelice. E l'Italia, il più delle volte, non è che una stazione, una fugace sosta che precede la meta. Altre volte invece il passaggio si tramuta in sosta, la frontiera si allontana, e la vita è quel che rimane tra un orecchino e un elefante, "la mia Africa in vendita". Un clandestino non possiede altro che la merce, tutto gli è negato: la terra, la lingua, la quiete. L'identità lo rende estraneo, la paura lo compromette, e il solo sguardo può essergli fatale. Io, venditore di elefanti. Una vita per forza fra Dakar, Parigi e Milano esce nel 1990; Pap Khouma, con la preziosa collaborazione di Oreste Pivetta, è fra i primi a raccontare la propria storia, a riappropriarsi di parole troppo a lungo negate. Molti uomini hanno intrapreso il suo stesso viaggio, molti il "bisogno" ha costretto, e nuove storie sono nate con gli anni. Questo libro si inserisce nel quadro di una vasta epifania, la rivelazione di sé e degli altri, la voce che chiede ascolto, e che esige dal lettore la facoltà di distinguere. Perché, come scrive Pivetta nell'introduzione, "distinguere è una buona strada verso la politica".

Autore: Pap Khouma, con Oreste Pivetta
Anno: 1990
Edito da: Baldini Castoldi Dalai

Recensione di Serena D'Angelo
(serenadangelo93@gmail.com)