"Il meccanico delle rose" di Hamid Ziarati

"Reza, con quella casa, ha voluto realizzare il suo paese dei balocchi, dove tornare a essere un bambino che gioca a fare il meccanico delle rose."

Hamid Ziarati coltiva i propri personaggi come Reza le sue rose, con passione, e poesia. “Il meccanico delle rose” non è altro che un cespuglio rigoglioso dove abitano cinque fiori, diversi tra loro, con i petali un po' sgualciti, ma tutti bellissimi.
C'è una ricchezza, in questo libro, che solo la vita reale sa replicare nelle sue forme, giacché non deriva affatto dalla perfezione di un'esistenza facile, bensì dal tormento, dal dolore, dalla perdita. Ziarati affida agli abitanti del proprio libro l'incarico di raccontarsi, e si perde nel loro linguaggio, denso, suggestivo, autentico.
Troviamo un padre di famiglia, a cui la sorte ha affidato un fardello intollerabile.
Un ragazzo, che non sapremo mai uomo, che fugge dagli occhi dell'angelo della morte.
Una donna che il cielo soffia di casa in casa, senza il miraggio di una pace consolatoria.
Una giovane ragazza in lotta contro i propri incubi.
E infine una donna anziana, che da una camera d'ospedale afferra i fili delle generazioni che l'hanno preceduta.
Tutti hanno amato l'uomo che ha attraversato le loro vite, accompagnato dal profumo delle sue rose. Tutti la città ha sconfitto, percosso, senza essere mai nominata, eppure il suo disegno è nitido, impresso nella carne dei suoi figli. Un nome tuttavia non teme d'essere pronunciato, nella moltitudine di uomini in cui si imbatte: quello di Ezrail, l'angelo della morte. Egli si aggira silenzioso in tutte le pagine, e come per Khodadad anche a noi è impedito di fuggire il suo sguardo. Questa città, in cui spesso l'amore è costretto al silenzio, non teme la morte, anzi la chiama, spesso la invoca, vi convive con fede e dolcezza; solo alcuni osano trattarla senza riguardo, e sono gli stessi che della morte fanno il proprio strumento: anche loro abitano questo universo, che il tempo e lo spazio rimescolano frase dopo frase, anno dopo anno.
Il lettore dovrebbe allora annunciarsi, prima di accostarsi all'opera di Ziarati: dichiarare la propria presenza, per poi attingere dalla vita di questa moltitudine, e lasciare che la loro invenzione lo lasci erede di nuovi affetti, di nuove sensazioni.

Autore: Hamid Ziarati
Anno: 2009
Edito da: Einaudi

Recensione di Serena D'Angelo
(serenadangelo93@gmail.com)