"Reza, con quella casa, ha voluto realizzare il suo paese dei balocchi, dove tornare a essere un bambino che gioca a fare il meccanico delle rose."
C'è una ricchezza, in questo libro, che solo la vita reale sa replicare nelle sue forme, giacché non deriva affatto dalla perfezione di un'esistenza facile, bensì dal tormento, dal dolore, dalla perdita. Ziarati affida agli abitanti del proprio libro l'incarico di raccontarsi, e si perde nel loro linguaggio, denso, suggestivo, autentico.
Troviamo un padre di
famiglia, a cui la sorte ha affidato un fardello intollerabile.
Un ragazzo, che non
sapremo mai uomo, che fugge dagli occhi dell'angelo della morte.
Una donna che il cielo
soffia di casa in casa, senza il miraggio di una pace consolatoria.
Una giovane ragazza in
lotta contro i propri incubi.
E infine una donna
anziana, che da una camera d'ospedale afferra i fili delle generazioni che l'hanno preceduta.
Tutti hanno amato l'uomo
che ha attraversato le loro vite, accompagnato dal profumo delle sue
rose. Tutti la città ha sconfitto, percosso, senza essere mai
nominata, eppure il suo disegno è nitido, impresso nella carne dei suoi
figli. Un nome tuttavia non teme d'essere pronunciato, nella moltitudine
di uomini in cui si imbatte: quello di Ezrail, l'angelo della morte.
Egli si aggira silenzioso in tutte le pagine, e come per Khodadad
anche a noi è impedito di fuggire il suo sguardo. Questa città, in
cui spesso l'amore è costretto al silenzio, non teme la morte, anzi
la chiama, spesso la invoca, vi convive con fede e dolcezza; solo
alcuni osano trattarla senza riguardo, e sono gli stessi che della
morte fanno il proprio strumento: anche loro abitano questo universo,
che il tempo e lo spazio rimescolano frase dopo frase, anno dopo
anno.
Il lettore dovrebbe allora annunciarsi, prima di accostarsi all'opera di Ziarati:
dichiarare la propria presenza, per poi attingere dalla vita di
questa moltitudine, e lasciare che la loro invenzione lo lasci erede
di nuovi affetti, di nuove sensazioni.
Autore: Hamid Ziarati
Anno: 2009
Edito da: Einaudi
Recensione di Serena D'Angelo
(serenadangelo93@gmail.com)
Recensione di Serena D'Angelo
(serenadangelo93@gmail.com)